Stamani mattina i quotidiani aprono con una notizia proveniente proprio dalla nostra città: Lucca.
Una notizia per niente edificante e che va ad aumentare il numero degli episodi di bullismo. A farne le spese questa volta un professore di un istituto commerciale della città. L’insegnante, in classe, è stato umiliato, sbertucciato, gli è stato ordinato di mettere un sei sul registro di classe a forza di minacce. Una scena inverosimile tra le urla e le risate dei compagni di classe. Nella scena immortalata da uno smartphone si vede il professore come inebetito, incapace della più minima reazione alle offese e agli ordini ricevuti. In breve tempo il video fa il giro del web. Partono le denunce e la situazione viene studiata se ci siano addirittura gli estremi per stalking. Gli episodi di bullismo sono diventati un vero e proprio “cancro” della società. Nessuna categoria sociale ne è immune. Creano vittime che arrivano al suicidio. Situazioni di nascosta frustrazione. Sembra mancare un argine. Le leggi ci sono ma la maggior parte dei carnefici sono minorenni contro i quali viene fatto poco. Anche le campagne di prevenzione non portano ai risultati sperati. Gli episodi aumentano e salgono di grado come nel caso di bullismo contro un insegnante. Potremo ricordare un elenco infinito di violenze e sopruso di ogni tipo, ma il punto è un altro. Come riprendere in mano una situazione che sembra sfuggita di mano? La nostra società è diventata troppo violenta. Tutto sembra “passare in cavalleria”. Dai casi più gravi a quelli più leggeri. Io credo che servirebbero pene più severe. Se quel ragazzo che ha oltraggiato il professore fosse bandito da quella scuola, magari i compagni ci penserebbero due volte prima di ripetere gesti simili. Ma qui entra in gioco la famiglia, sempre pronta alla difesa del proprio figlio. Spesso assente nell’insegnare le regole di rispetto e buona educazione. La scuola è un’istituzione e va fatta rispettare in ogni suo elemento. Chi non è d’accordo non ha il diritto di frequentarla.