Un tema apparentemente semplice, in realtà difficile e multiforme. Le adolescenti di oggi vivono molte più esperienze rispetto alle coetanee di 10 anni fa. Nate digitali per loro è naturale e semplice comunicare in rete, usare app e social network. Anzi, si può dire, che trascorrono molto del loro tempo a messaggiare su WhatsApp, ad informarsi su i tablet e con gli smartphone sempre in mano. Ma hanno gli strumenti emotivi per comprenderli? Molte adolescenti dei giorni nostri proprio no. Appaiono ” super eroine fragili, fragili”. E hanno comportamenti contraddittori. Si sfiniscono nelle palestre per avere un fisico al top e poi fumano e sono protagoniste dei binge drinking, abbuffate alcoliche. Fanno tutto troppo presto, bruciano le tappe. Consumano il sesso presto come fosse un’esperienza come un’altra, senza grandi sentimenti, nè paure. Anzi sfidano la vita abbracciando uno stile rischioso e inquieto. I pomeriggi con gli amici non bastono più, lo “struscio cittadino” ancora meno, vogliono uscire la sera e fare tardi. Nel gruppo si sentano forti, da soli si sentano persi. Condividono in rete tutti i loro segreti, talvolta anche foto hot, per poi pentirsene. La maggior parte delle adolescenti di oggi vive un rapporto conflittuale con i propri genitori mentre si fidano delle amicizie. Sono insoddisfatte del loro aspetto fisico e hanno paura di essere giudicate per il loro corpo. Cercano di essere sempre al top. Molte fanno shopping compulsivo o sport perché l’estetica è un must. È solo di pochi mesi fa lo scandalo di minorenni pronte a prostituirsi per guadagnare e poter comprarsi capi firmati e lussi vari. Non hanno il senso dell’economia. Sfidano la vita, abbiamo detto, e prendono come punti di riferimento donne forti e coraggiose, belle e con una vita facile. Spesso usano un trucco marcato e un’abbigliamento provocante. Dietro il loro aspetto esteriore ci sono fragilità e incertezze, nascoste alla cerchia familiare. Le ragazzine di oggi sono quasi per niente interessate alla politica, poco alla fede, molto di più al volontariato. Al primo posto non c’è la realizzazione di una famiglia e dei figli, sono traguardi troppo lontani, bensì la libertà. La loro resilienza emotiva è ancora in divenire e il rischio è di trovarsi impreparate alla difficile è imprevedibile “giostra della vita”.