Peso Forma e Disturbi della Condotta Alimentare: Due Condizioni Diverse

Per evitare confusione su situazioni che hanno come epicentro il cibo, ho voluto aggiungere un approfondimento sui Disturbi della Condotta Alimentare.

In un soggetto sano, desiderare un Peso Forma è auspicabile. In un paziente con Disturbo della Condotta Alimentare ci troviamo in condizioni patologiche gravate da tasso di mortalità è molto alto.

i Disturbi della Condotta Alimentare, sono classificati dal manuale psichiatrico di rifermento DSM-V in questo modo:

Il DSM-5 include le seguenti categorie diagnostiche (le prime tre riguardano soprattutto i disturbi della nutrizione dell’infanzia)

 

  1. Pica
  2. Disturbo di ruminazione
  3. Disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo
  4. Anoressia nervosa
  5. Bulimia nervosa
  6. Disturbo da alimentazione incontrollata
  7. Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con specificazione
  8. Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza specificazione

 

Le conoscenze sui Disturbi della Condotta Alimentare si sono evolute in modo significativo negli ultimi cinque anni, con dati sempre più precisi sulla pericolosità del disturbo e sull’approccio terapeutico globale. Per quanto riguarda i numeri della pericolosità, sono quasi completamente afferenti all’anoressia, ma non sono trascurabili nemmeno i dati provenienti dalle conseguenze dell’obesità, destino finale comune della progressione sovrappeso, disturbo d’alimentazione incontrollata. Il mantenimento di un Peso Forma quindi è anche un sistema preventivo di questa involuzione.

L’evoluzione di maggior rilievo di questi cinque anni riguarda l’aspetto più importante ed è quella che fa la differenza in medicina: un paziente che abbia problemi con il cibo trova una pronta diagnosi e un percorso terapeutico personalizzato, condotto da un team di almeno quattro specialisti: Endocrinologo, Psichiatra, Internista, Nutrizionista in aggiunta alle consulenze richieste dal caso clinico in evoluzione. La durata del percorso è variabile, ma in genere di mesi o anni.

Con questo approccio, c’è una ampia evidenza scientifica, che rivela una maggiore efficacia di intervento in qualsiasi disturbo nell’ambito del comportamento alimentare, con notevole miglioramento della qualità della vita del paziente.

Quando avremo risposta neurochimiche sulle cause dei problemi legati al cibo, tutti i commensali al tavolo delle buone forchette, a partire da chi non tiene il Peso Forma fino all’obeso più grave, conosceranno il danno mentale che li costringe ad un utilizzo aberrante di alimenti e alcol e ad una vita condizionata.

 

Per semplicità di lettura per chi desidera ulteriori informazioni sui Disturbi della Condotta Alimentare ho sintetizzato l’evoluzione medica in questo settore degli ultimi cinque anni

  • Come per tutti i disturbi mentali non dovuti a note anomalie genetiche, riguardo alle cause siamo a zero certezze.
  • I pazienti affetti da Disturbo della Condotta Alimentare hanno una prognosi poco favorevole in genere e una qualità della vita molto bassa, per la persistenza di sintomi residui anche in caso di guarigione.
  • Metà dei pazienti con Anoressia non arriva mai a completa remissione dei sintomi, esitando in cronicità in un quinto dei casi. Il tasso di mortalità ha evidenziato una percentuale del 2,9% per l’Anoressia con un incremento delle morti giovanili.
  • Il semplice calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC) è sufficiente per predire il ritorno al flusso mestruale normale delle pazienti anoressiche. il calcolo dell’IMC si fa dividendo il peso in chilogrammi per l’altezza espressa in metri elevato al quadrato.
  • Il tasso di mortalità delle giovani anoressiche è calcolato nel 2,89 nei centri specializzati contro l’11,16 riscontrato in assenza di centri specializzati.
  • I disturbi dell’alimentazione sono più frequenti nel sesso femminile.
  • Nell’anoressia nervosa e nella bulimia nervosa, l’età di esordio è in genere compresa tra i 15 e i 19 anni, mentre nel Disturbo da Alimentazione Incontrollata è distribuita in un ampio intervallo (dall’infanzia alla terza età).
  • Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata colpisce indistintamente uomini e donne in tutti i gruppi etnici del mondo ed è il disturbo più frequente nella maggior parte del mondo occidentale.
  • La novità terapeutica più interessante nella psicologia della Bulimia e del Disturbo da Alimentazione Incontrollata è l’utilizzo della Realtà Virtuale come espansione della terapia cognitivo comportamentale.
  • Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder) definito come un disturbo della condotta alimentare caratterizzato dall’assunzione di grandi quantità di cibo durante il giorno (anche di porzioni normali), senza che il paziente ne sia consapevole. A differenza della bulimia nervosa il senso di colpa è molto minore o assente, non ci sono condotte compensatorie come vomito auto-indotto, uso di lassativi e l’assenza di esperienza di perdita di controllo è minore. Nel DSM-V la diagnosi richiede il dato numerico di un’abbuffata alla settimana negli ultimi tre mesi. La frequenza negli adulti dimostra una percentuale maggiore rispetto all’anoressia e alla bulimia sommate. Questo recente dato è stato riscontrato sia negli USA che nel resto del mondo. E’ presente in entrambi i sessi, non riconosce differenze razziali ed distribuito in modo omogeneo in tutte le età. Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata è quasi indissolubilmente associato all’obesità. I centri che si occupano dell’obesità dovrebbero sempre garantire un servizio di consulenza ai centri psichiatrici specifico per l’identificazione dei casi in cui è presente un disturbo dell’alimentazione incontrollata. Nel caso infatti di chirurgia bariatrica, la diagnosi pre-operatoria di Diisturbo da Alimentazione Incontrollata ha un valore predittivo negativo sugli esiti del bendaggio gastrico e del by-pass gastrico, ma non tale da escludere l’utilizzo di questi interventi. È necessario esplorare le problematiche attinenti alla sfera psicologica nelle persone obese che richiedono un trattamento di chirurgia bariatrica e seguire nel tempo questi soggetti anche dal punto di vista psicologico.

 

 

 

Nella seconda parte di queste riflessioni, abbiamo fatto cenno ai Disturbi della Condotta Alimentare, che rappresentano una condizione psichiatrica patologica, assolutamente diversa dal concetto di Peso Forma di soggetti sani. Si tratta di condizioni soggette ad alta mortalità soprattutto nelle giovani adolescenti anoressiche, e curabili sol in ambulatori ultra-specialistici, in un contesto medico multidisciplinare e con una farmacologia più strutturata.

Il punto cruciale emerso dalla revisione della letteratura scientifica dal 2012 ad oggi, è il netto miglioramento della modalità medica di come concepirli e curarli. Questo è cruciale per l’Anoressia, in quanto è una malattia potenzialmente letale, ma la sua importanza è significativa anche nella qualità della vita dei pazienti affetti da Bulimia e da Disturbo da Alimentazione Incontrollata.

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