Due giovani padri. Due immense tragedie. Uno tradito dal cuore, l’altro dalla mente. Episodi che, negli stessi giorni, hanno letteralmente sconvolto l’opinione pubblica. La morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina, ha suscitato una profonda emozione nella collettività. In maniera del tutto inaspettata, il suo cuore ha smesso di battere nella notte, lasciando nella più cupa disperazione, oltre ai familiari e ai tifosi, la compagna Francesca è la loro piccola Vittoria di due anni. Il cielo sembrava illuminare la loro vita è niente lasciava presagire questo tragico destino. La città di Firenze ha pianto la perdita del “capitano suo capitano” e l’Italia intera ha reso onore alla triste sorte di questo ragazzo a cui tutto sembrava sorridesse. C’è da chiedersi per esempio come mai la popolarità di un calciatore, morto a 31 anni per cause naturali, si riveli un valore prioritario rispetto alla società, alla politica, alla sicurezza rispetto a tragedie incredibilmente efferate come quella messa in atto dal carabiniere Luca Capasso di Cisterna di Latina, che ha messo fine si suoi giorni, dopo aver sparato più volte alla moglie Antonietta e dopo aver ucciso le loro due figlie, la tredicenne Alessia è la più piccola Martina. L’uomo stava vivendo un periodo particolarmente difficile e di grande disagio perché, a seguito di frequenti maltrattamenti e violenze, la moglie voleva la separazione. E il Capasso “ha perduto la testa”. Con l’agghiacciante nota che Capasso aveva premeditato tutto nei minimi particolari.Questi due episodi hanno suscitato in me emozioni e pensieri contrastanti: dolore, imprevidibilità, morte, paura e anche pensieri paralleli di come i media possono influenzare la loro percezione emotiva. Ritengo queste due morti frutto di un dolore diverso. Davide è morto con tutti gli onori. Non è giusto morire così. Nell’antichità si diceva che muore giovane chi è caro agli dei. Luca è morto per mano sua dopo che la stessa aveva ucciso sangue del suo sangue. Ma anch’egli dopo ore di dolore, di disperazione e forse di follia. Due casi umani. Sui quali deve calare il silenzio e il massimo rispetto per le vittime, vive o morte.