Futuristica rivoluzione per la produzione di farmaci che verranno stampati in 3D. Dall’agenzia Ansa si viene a conoscenza di una tecnica nuova, descritta sulla rivista Science, e messa a punto nell’università di Glasgow, dal gruppo del chimico Philip Kitson. La stampante in questione si basa su un software per l’analisi chimica e moduli di plastica che possono essere assemblati a seconda delle necessità. Il software identifica le reazioni chimiche e i processi utili ad ottenere il particolare farmaco. Il lavoro passa quindi alla stampante che fabbrica contenitori e componenti. Dall’Ansa si viene a conoscenza che il primo farmaco stampato in 3D è stato il baclofene, rilassante per i muscoli. “Con questo risultato si apre la porta alla possibilità di ottener molecole complesse su richiesta e in ambienti di produzioni non tradizionali”, ha commentato Christian H. Hornung del Consiglio nazionale delle ricerche australiano (Cairo). Stampare i farmaci in 3D è un vero passo avanti nel campo della medicina. Si declina la possibilità di produrre farmaci a un prezzo più contenuto e ritagliati in base alle esigenze di ciascun malato. La stampa ha un’altro importante vantaggio: spostare la produzione dai grandi impianti industriali a luoghi come gli ospedali e perfino studi medici. Si potrebbe pensare addirittura-spiega Hornung- “a una produzione su piccola scala” e in ambienti finora neppure presi in considerazione come le missioni spaziali. L’innovazione dimostra come la medicina e la farmacologia non hanno confini. In tutto il mondo i ricercatori si impegnano a trovare soluzioni nuove ‘per vecchie e nuove malattie’. La strada è lunga, ma ogni segnale viene, anche piccolo, viene presentato con grande speranza.