Le Competenze del Futuro

Saranno due le figure più gettonate per affrontare le sfide future della digitalizzazione: i ‘Robotic engineer’ ( esperti della robotica applicata in campo industriale) e i ‘Guardiani della privacy online'(maestri di cybersicurezza). L’indagine ‘Jobs of the future’ è stata effettuata su un campione di 300 professionisti italiani per tracciare una panoramica di come si evolverà la tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Il domani prevede un forte impatto della robotica. Serviranno dunque figure capaci di amministrare grandi quantità di dati e figure di alta professionalità e competenza di settore. Se diversi lavori verranno svolti dai robot e dalle intelligenze artificiali si evince che la futura tecnologia offrirà nuove opportunità e nuovi posti di lavoro. Si prospetta inoltre che la maggior parte dei mestieri attuali non scompariranno ma si ‘plasmeranno’ con altri di similare competenza. Intanto i profili più ricercati entro il 2025 sono i ‘Big data expert’, ‘It security specialist, gli ‘App developer’. Il posto fisso sarà in declino, forte declino. La ricerca si indirizzerà a professionisti freelance, con competenze multiple. Una novità che sarà destinata a prendere le ali sarà la gig economy, vale a dire il lavoro ‘on demand’, solo quando c’è richiesta. Di tutto ciò mi auguro che il mondo del lavoro futuro fornisca i mezzi necessari per sopravvivere ad un maggior numero di persone. Che la tecnologia e la robotica portino velocità, facilità, sicurezza, passione per il proprio lavoro. Vorrei che il lavoro si robotizzasse ma solo per permettere al lavoratore di umanizzarsi di più. Oggi il mondo del lavoro è solo grande problema, con una giovane generazione che ha perso la corsa, ed una più anziana che deve mantenerla. Con tutte le preoccupazioni del caso. Siamo ottimisti.

Case, Cresciuto il Loro Valore

Da fonte Istat si evince che negli ultimi quindici anni, in Italia, il valore delle case è salito del 76 per cento, passando da 3.268 a 5.738 miliardi. Il grosso della crescita è stata negli anni precedenti la crisi del 2008, quando “il valore nominale dello stock di abitazioni è cresciuto a un tasso del 9 per cento annuo”. Tra il 2008 e il 2011-sottolinea l’Istat la crescita è stata +1,6% in media all’anno.La discesa dei prezzi, registrata a partire dal 2012 ha determinato una riduzione del valore medio delle abitazioni e una contrazione del valore medio delle case e conseguente contrazione della ricchezza abitativa che nel 2016 è risultata inferiore dell’8% rispetto al 2011. Dal 2016 la tendenza al calo è rallentata, con un recupero del mercato residenziale. Il quadro del patrimonio immobiliare residenziale vede ancora le famiglie detenere la stragrande maggioranza del patrimonio residenziale complessivo, con 92% sul totale. Le famiglie consumatrici delle dimore sono circa 81% del patrimonio residenziale: si tratta di abitazioni principali, seconde case- in particolare modo – case per le vacanze. L’11% rimanente è formato da unità sulle quali le famiglie hanno investito o usate come attività di locazione.

Servono Braccia non Cervelli

La notizia ha aperto un grosso dibattito ed ha suscitato un grande clamore. Da sempre un punto fermo nell’educazione dei figli è l’istruzione. Le famiglie italiane riversano ambiziose aspettative sulla cultura come valore personale e strumento utile per immettersi nel mercato del lavoro. Ha dunque suscitato clamore la dichiarazione del presidente degli industriali di Cuneo Mauro Gola che in una lettera aperta si rivolge alle famiglie con questo consiglio:”Cari genitori se volete che vostro figlio lavori sappiate che a noi non servono letterati e grandi cervelli, ma operai”. Un consiglio crudo, diretto, spiazzante ma, purtroppo, vero. La scelta della scuola media superiore è per ogni ragazzo una decisione non da poco, perché ne va del corso della vita, almeno quella lavorativa. Finora muoversi del “campo minato” del lavoro era più facile se in possesso di una laurea o quanto meno di un diploma di alta specializzazione. E ora? Che sta succedendo? Per trovare un posto di lavoro sicuro servono braccia. Esaminando obiettivamente la realtà, il mondo produttivo cerca figure molto diverse da quelle che cercava una decina di anni fa. C’è bisogno di super esperti in informatica, ingegneria, elettronica, alta tecnologia, ma anche di manovalanza, quei lavori manuali che per lungo tempo sono stati snobbati come di seconda categoria. Si invita, pertanto, a verificare di quali specifiche figure hanno bisogno le aziende nei prossimi anni per poi intraprendere un percorso di studi che istruisca delle richieste del mercato. Del resto è sempre più frequente imbatterci in lavoratori stranieri per lavori considerati usuranti, di fatica, di condizioni di lavoro pesanti. Ma mi chiedo e vi chiedo: il sistema scolastico italiano fornisce gli strumenti e la preparazione giusta per quanto serve ai futuri lavoratori? Stendiamo un pietoso velo.

Farmaci Stampati in 3D

Futuristica rivoluzione per la produzione di farmaci che verranno stampati in 3D. Dall’agenzia Ansa si viene a conoscenza di una tecnica nuova, descritta sulla rivista Science, e messa a punto nell’università di Glasgow, dal gruppo del chimico Philip Kitson. La stampante in questione si basa su un software per l’analisi chimica e moduli di plastica che possono essere assemblati a seconda delle necessità. Il software identifica le reazioni chimiche e i processi utili ad ottenere il particolare farmaco. Il lavoro passa quindi alla stampante che fabbrica contenitori e componenti. Dall’Ansa si viene a conoscenza che il primo farmaco stampato in 3D è stato il baclofene, rilassante per i muscoli. “Con questo risultato si apre la porta alla possibilità di ottener molecole complesse su richiesta e in ambienti di produzioni non tradizionali”, ha commentato Christian H. Hornung del Consiglio nazionale delle ricerche australiano (Cairo). Stampare i farmaci in 3D è un vero passo avanti nel campo della medicina. Si declina la possibilità di produrre farmaci a un prezzo più contenuto e ritagliati in base alle esigenze di ciascun malato. La stampa ha un’altro importante vantaggio: spostare la produzione dai grandi impianti industriali a luoghi come gli ospedali e perfino studi medici. Si potrebbe pensare addirittura-spiega Hornung- “a una produzione su piccola scala” e in ambienti finora neppure presi in considerazione come le missioni spaziali. L’innovazione dimostra come la medicina e la farmacologia non hanno confini. In tutto il mondo i ricercatori si impegnano a trovare soluzioni nuove ‘per vecchie e nuove malattie’. La strada è lunga, ma ogni segnale viene, anche piccolo, viene presentato con grande speranza.

Tragedie: Sempre Troppo Tardi

Da quanto viene reso noto dal quotidiano “Il Messaggero” la rotaia che ha ceduto sulla linea Cremona- Milano stava per essere sostituita. La notizia rende l’animo ancora più angosciato. Sempre troppo tardi. Sempre dopo vite spezzate. Sempre quando ormai le tragedie sono avvenute e niente può far tornare indietro il tempo. L’incidente è accaduto da pochi giorni e chissà quanti ne occorreranno per svolgere le indagini più approfondite ma da più parti rimbalza una parola che fa veramente rabbia: scarsa manutenzione. E se questo mosse il motivo definitivo è inaccettabile, perché è l’ennesima volta. Sulla linea sulla quale si è verificato l’incidente erano in corso lavori di manutenzione. C’è una foto che gira sul web che mostra proprio il punto in cui è avvenuto il cedimento della rotaia, due chilometri circa prima di quello in cui il treno si è poi scomposto. Una ventina di centimetri la lunghezza della rotaia mancante. Nelle vicinanze il tratto di binario che avrebbe dovuto sostituire quello vecchio. La ricostruzione più logica è che al passaggio delle prime carrozze la rotaia cede, ma ad uscire dai binari sono quelle centrali. Il treno prosegue nel suo tragitto ma le ruote delle carrozze centrali sono ormai fuori binario. Inevitabile il deragliamento. E così Pierangela, Ida e Giuseppina muoiono e 95 restano ferite, alcune gravemente. Il fascicolo per ora è contro ignoti ma i nomi dei primi indagati potrebbero arrivare presto.

Fontane per Sostituire Bottiglie di Plastica

Il quotidiano inglese Guardian riferisce di un piano per istallare 21 fontanelle di acqua potabile a partire da questa estate. Inoltre aziende private installeranno centraline di rifornimento di acqua minerale in 5 zone della città. In caso di successo dell’iniziativa là centraline saranno poste in tutta la città. L’idea è semplice e grandiosa allo stesso tempo. Immaginiamo il consumo di bottigliette di plastica per l’acqua o altra bevanda in un giorno d’estate in metropoli come Londra, Parigi, Berlino, Madrid ma anche Roma. L’immaginazione basta a capire quanta quantità di plastica potrebbe essere risparmiata in un solo giorno. I motivi ecologici che stanno alla base di questo progetto sono nobili e salutari. E pensare che nella nostra capitale non sarebbe necessario neanche costruirle: esistono dalla seconda metà dell’Ottocento -ce ne sono circa 2500-. I così chiamati “nasoni” non hanno rubinetto e versano acqua 24 ore su 24. Originariamente servivano ad allentare la pressione nelle tubature dell’acquedotto. L’estate scorsa sono stati chiusi a causa della siccità. Il provvedimento, preso dalla società che gestisce le risorse idriche di Roma, ha suscitato grandi lamentele. Le fontanelle infatti sono utilizzate soprattutto da turisti e da romani meno abbienti. Attualmente la sindaca Virginia Raggi si è impegnata al riutilizzo graduale dei nasoni chiusi e a dotarli di rubinetto per questioni igieniche e di qualità. La sostenibilità ambientale si basa anche su piccoli gesti e risparmiare il consumo dell’acqua è, assieme a quello dell’aria, sicuramente il più importante. I nostri avi lo capivano e lo mettevano in pratica, noi lo capiamo.

L’Italia Terra “Digitale”

Se Google punta sulla Cina, Facebook sceglie l’Europa con l’apertura di tre nuovi centri dedicati alla cultura digitale. Obiettivo: addestrare, in due anni, un milioni di persone a conoscere e usare meglio tutte le potenzialità dell’economia digitale. Tra i paesi interessati -bella notizia- c’è l’Italia, oltre la Spagna e la Polonia. In Francia si parla di un investimento di 10 milioni di euro per il centro aperto a Parigi nel 2013.”Le persone sono preoccupate che la trasformazione in corso in corso le lasci indietro, noi stiamo investendo per assicurarci che tutti abbiano gli strumenti necessari a partecipare con successo all’economia digitale”, ha spiegato Sheryl Sandberg, Chiefs operating officier di Facebook”. Nei tre centri saranno svolti corsi di formazione adattati per le piccole medie imprese e per le persone a basso quoziente di conoscenza tecnologica, come immigrati, anziani e persone molto giovani. L’annuncio viene fatto dopo mesi di scontri tra Facebook e l’Unione Europea. Situazione scaturita dalla importante posizione acquisita dal gigante di Menlo Park, dal suo uso dei dati di privati cittadini e dal suo ruolo nella diffusione di fare news. Un progetto importante, dunque, quello di impegnarsi all’espansione delle competenze digitali degli europei, da utilizzare soprattutto nel difficile mercato del lavoro. L’operazione non ha i caratteri del puro e semplice mecenatismo. I centri, potenziando le conoscenze sempre mutevoli di Internet, dovranno essere un volano per la ripresa del volume d’affari. A cominciare dai potentissimi strumenti promozionali messi a disposizione proprio da Facebook. Una realtà, quella dell’istruzione informatica e tecnologica, della quale ha un’estrema necessità. Anzi un’urgenza.

L’Italia Arretra nell’Economia

Peggio di noi solo Portogallo e Grecia. L’Italia si trova al 27esimo posto nella classifica dell’inclusività tra i Paesi ad economia avanzata, stilata dal World Economic Forum nel vertice a Davos. L’indice tiene conto del tenore di vita, della sostenibilità ambientale ma anche la “protezione delle future generazioni dall’indebitamento”. Parametro, quest’ultimo, sul quale il Belpaese va decisamente male, con un rapporto debito/ Pil assai più alto della media. I Paesi analizzati sono stati 103. Ventinove quelli facenti parte delle economie avanzate, anche Slovenia, Slovacchia, Estonia. Noi siamo al 27 esimo posto. Siamo addirittura ultimi tra le economie avanzate che partecipano al G20. Ci superano stati come l’Australia, la Germania, Canada, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. Se analizziamo la fotografia degli ultimi 10 anni, l’indice di Germania e Francia è cresciuto rispettivamente 1,2 e 1,9 punti, quello italiano ha perduto 0,4 punti. Il problema della scarsa inclusività comporta severe disuguaglianze e dimostra una mancanza di attenzione e di cura in politiche chiave di investimento. Sarebbe necessaria una nuova rivalutazione e riconoscimento dell’aspetto socioeconomico, diventare una priorità, appoggiarsi al progresso tecnologico per ribaltare una situazione economica che, per noi, fa acqua da tutte le parti e lavorare per permettere ad un numero maggiore di persone un tenore vita più accettabile per i più.

Spopolano gli Animali nelle Case degli Italiani

Sono poche le case degli italiani dove non c’è un animale.Piccoli, grandi, servizievoli, irruenti o dolci, gli italiani non possono farne senza. Una famiglia su tre(33 per cento) ospita in casa un animale da compagnia che molto spesso viene salvato dalla strada o preso ai banchetti dei mercati, in canili, gattili o altre strutture di ricovero. Spopola la therapy. Gli animali hanno conquistato il cuore e l’anima degli italiani. Grandi e piccini. Sono gli amici più cari, più sinceri, più simpatici. L’amore verso queste creature è crescente così come la sensibilità a farli diventare i principi della casa. Secondo gli ultimi dati della Coldiretti gli animali nelle case degli italiani sono ben 60 milioni, di cui 14 tra cani e gatti, 3 milioni tra conigli e tartarughe, 13 milioni di uccelli e 30 milioni di pesci. Un’indagine GfkEurisko rivela che le famiglie ne guadagnano in serenità e gioia(43 per cento), allegria e divertimento (36), tranquillità (16) e sicurezza (6).Migliore qualità di vita che si traduce in maggior movimento, socialità e comunicazione. Praticamente un pieno di positività e di ottimismo per la salute psicologica (95 per cento). Non si può non tener conto che attorno a questa “passione per gli animali” sia nato un vero e proprio business con un aumento del 90 per cento per le spese veterinarie le “beauty farm” e gli “asili” per cani e gatti. Spesa importante anche quella legata all’alimentazione(più di 2 miliardi di euro annui. Mediamente vengono spesi dai 30 ai 100 euro mensili. Il ruolo degli animali ha alzato l’asticella della sua importanza in tanti campi, in primis la pet-therapy. Il feeling che si stabilisce tra animale e paziente è forte più di un farmaco e porta ad una armonia psicologica di forte entità. Chi vive a stretto contatto con un animaletto, difficilmente può farne a meno, diventa un membro della famiglia a tutti gli effetti. E gli italiani che non hanno nessun animale? Non sanno cosa si perdono.

Gli Alimenti Trendy del Momento

Cambiano i gusti alimentari degli italiani. Un po’ per diversificare, un po’ per seguire le mode del momento è un po’ perché sono ingredienti buoni, salutari e saporiti. Gli ingredienti che spopolano nelle cucine degli italiani svetta lo zenzero, che in un anno raddoppiare le vendite dei prodotti in cui è presente(più 108,4 per cento). Lo zenzero viene abbondantemente acquistato sia al naturale che in tanti prodotti confezionati: dai biscotti alle tavolette di cioccolato e yogurt, nel té e tisane ma anche nei succhi di frutta, nelle insalate e nelle zuppe pronte. Oltre allo zenzero, gli indici di consumo alimentare segna un aumento consistente della farina di mais, dell’alga spirulina, dai semi di lino all’avocado, dalla canapa all’odio di riso, dalla stelvia allo zucchero di canna, dal cocco alla cannella. Molto bene anche il consumo delle mandorle, i mirtilli, il farro e la quinta. L’analisi scaturisce dall’Osservatorio Immagino, creato da GS1 Italy e Nielsen che “ha analizzato le informazioni presenti sulle etichette di 46600 prodotti alimentari (esclusi acque e bevande) in ipermercati e supermercati di tutta Italia”. Gli acquisti alimentari stanno ridefinendo il quadro complessivo dei cibi e spezie consumate. Alcuni prodotti alimentari-a torto o a ragione- sono stati “demonizzati” negli ultimi decenni, tanto piano piano da essere soppiantati da cibi provenienti da altre culture e abitudini di cibarsi. Alcuni sono diventati superfood, vere e proprie tendenze, gusti alternativi che non possono più mancare nelle cene tra amici. Una scuola di pensiero li considera addirittura alla stregua di potenziali “farmaci” per le loro proverbiali proprietà. In parte sarà vero in parte sarà la forza del mercato e del business, di fatto i numeri parlano chiaro: il pubblico ha voglia di nuovi sapori, di cibi di nuovi colori, di nuove curiosità da assaporare con gusto sulle nostre tavole.

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