Per le Rughe ci Vuole L’acqua

Le rughe progressive con l’età che avanza sono i segni più odiati in assoluto. L’agenzia ANSA rende noto che uno studio dell’Università di Southampton insieme a quella di Cape Town è in collaborazione con l’ateneo di Stanford negli U.S.A ha accertato che le rughe dipendono dall’idratazione della pelle. Rimpicciolita l’importanza della mimica della faccia e del livello di collagene nella formazione delle rughe. L’idratazione gioca un ruolo di primo piano nello sviluppo delle rughe, soprattutto le micro-rughe sulla superficie che possono ingrandirsi quando lo strato più esterno della pelle-lo strato corneo- si fa molto secco. Criticità diventano dunque gli ambienti molto asciutti come una stanza riscaldata o un volo a lungo raggio. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Soft Matteo. Per la ricerca sono stati necessari un numero di modelli computerizzati quantitativi per formare caratterizzazioni tridimensionali delle rughe della pelle. Georges Limbert, direttore della ricerca, rende noto che “lo strato più esterno della pelle è composto principalmente da cellule morte legate da lipidi. Questo strato, molto fine, svolge un ruolo importante nel determinare le caratteristiche delle micro rughe anche nelle persone più giovani”. “Diminuendo l’umidità relativa, lo strato esterno si fa più secco e più rigido. Quando ciò si verifica le micro-rughe sulla superficie della pelle, con l’azione dei muscoli facciali come il sorriso diventano molto più profonde e ovviamente più marcate e visibili. L’idratazione dunque è la cura primaria per la pelle. Basta poco quindi per avere un bel carnato: una cura quotidiana, una sana alimentazione e bere tanta acqua. Sicuro, facile ed economico.

L’innarestabile Piaga dei Femminicidi

In Italia un quarto degli omicidi sono femminicidi. L’indicazione, contenuta nella relazione della Commissione parlamentare sul femminicidio votata in Senato, si riferisce agli ultimi 4 anni. Dall’1 gennaio al 30 settembre 2017 sono state uccise 86 donne e un quarto delle denunce archiviate. Se il numero totale di omicidi è in diminuzione ( dal 2011 al 2016 si è ridotto del 39%)- fonte tg24 Sky.it– i femminicidi sono calati solo del 14%. Calano anche le denunce dei reati di violenza denunciati, mentre salgono i reati di stalking e maltrattamenti alle donne e alle categorie più deboli. Le denuncia di violenza sessuale sono passate dalle 4.617 del 2011 alle 4.046 del 2016 (circa il 12% in meno), e nei primi nove mesi del 2017 si è registrato un lievissimo ulteriore calo (-0,2%). Le segnalazioni di stalking, invece, sono aumentate del 45%: si è passati dai 9.027 atti persecutori denunciati nel 2011 ai 13.177 del 2016. Anche in questo caso, però, dall’1 gennaio al 30 settembre 2017 c’è stata una diminuzione: rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le azioni di stalking sono passate infatti da 10.067 a 8.480. Stesso andamento anche per i maltrattamenti: le statistiche mostrano un progressivo aumento delle denunce con 9.294 casi nel 2011 e oltre 14.000 casi nel 2016, con un picco pari a +17% tra 2012 e 2013. Per quel che riguarda il 2017, si è registrato un calo del 9,7% dei casi denunciati nei primi 9 mesi rispetto agli stessi mesi del 2016. Inoltre un quarto delle denunce presentate vengono archiviate. Nella relazione si parla dell’introduzione dell’introduzione dell'”omicidio di identità” quando l’atteggiamento violento porta a “lesioni personali gravissime con deformazione o sfregio permanente del volto, soprattutto se consumate con uso di sostanza corrosive”. Viene inoltre proposto di considerare il femminicidio come un omicidio “consumato per ragioni di genere”. C’è chi chiede modifiche alla legge sulla legittima difesa, chi ritiene venga abolito il rito abbreviato e sconti di pena. E ancora chi considera prioritario inserire maggiori investimenti sul Piano antiviolenza, corsi per l’educazione affettività e contro ogni discriminazione, infine inserire incentivi alle aziende che eliminano il divario di genere. 
Qualcosa va sicuramente fatto perché è uno stillicidio di fronte al quale l’opinione pubblica rimane esterrefatta ed impaurita. Quasi sempre i carnefici sono persone normali, almeno fuori dalle mura domestiche, e ciò rende la violenza ancora più drammatica e pericolosa.

Pericoloso Fare il Giornalista sul Campo

Il mestiere del giornalista è uno dei mestieri più belli. Raccontare la realtà, descriverla in tutte le sue sfumature, suscitare emozioni è qualcosa di più di un semplice lavoro. Ma. C’è un ma molto triste. È diventato decisamente pericoloso. Chi sta sul campo con la schiena dritta, rischia grosso. Negli ultimi mesi si sono verificati diversi episodi veramente sgradevoli- per usare un eufemismo- contro gli operatori della notizia. E si è alzato il livello della violenza, verbale e fisica.I giornalisti che vanno a verificare la situazione nelle piazze di spaccio della droga, a fare domande, a cercare di capire il perché e il percome di certi casi, di investigare su personaggi in odore di criminalità si trovano ad essere aggrediti e scacciati in modo pericoloso. È accaduto nel quartiere Zen a Palermo dove una troupe della trasmissione “Striscia la notizia”, capitanata da Vittorio Brumotti, si è addentrata nel famigerato luogo per documentare lo spaccio di stupefacenti ed è stata aggredita con sassi, bastoni e perfino spari sull’automobile che li accompagnava. Un’altra reporter è stata pesantemente aggredita con schiaffi, pugni ad un comizio mentre la stessa stava cercando di fare soltanto delle domande. Evidentemente necessarie ma scomode. Insulti e spintoni sono all’ordine del giorno. Per non parlare di quanto è accaduto a Ostia solo qualche settimana fa quando un giornalista ha ricevuto una testata e una serie di manganellate da mandarlo all’ospedale col naso rotto. Per questo ultimo caso, sono scese in campo varie forme di solidarietà nei confronti del malcapitato giornalista e per difendere la libertà dell’informazione. Ma una cosa è certa di giorno e ancor più di notte la droga viene spacciata senza grossi problemi sotto gli occhi di chi vuol vedere. La malavita la fa da padrone.E tutto procede nella sua quotidiana “normalità”. Possibile? Di chi sono le responsabilità? Le coperture? Troppi interessi. Purtroppo deve andare così. Il sistema non può crollare.

Le Origini della Bugia

Il testo “Le origini della bugia” lo ritengo interessante contestualmente e godibile da un punto di vista artistico. Fornito di testo, immagini dinamiche e sonoro offre un quadro esaustivo del tema affrontato. Dal mio punto di vista le bugie sono opinioni soggettive che rientrano nel campo delle necessità ma hanno una connotazione negativa. Ciò ritengo sia un errore perché ci sono situazioni nelle quali anche una bugia sia a fin di bene. Possono anche dissimulare una verità per evitare conseguenze dolorose. Le bugie si formano con le parole e spesso sono al centro di eventi importanti. Nessuno può dire di esserne esente. Le bugie hanno un’infinità di sfumature fino ad esprimere una mezza verità. Dietro una bugia ci può essere uno scopo, un desiderio, un divertimento, uno spirito creativo, una forma di timidezza o di salvezza. I bambini spesso la usano come forma di protezione dopo aver commesso una marachella. Le bugie richiedono un’opera d’ingegno, una forma di abilità, infatti solo il 18% viene smascherato. Professionali e ricercate sono poi le bugie utilizzate dai politici. Talmente tanto utilizzate che la gente li ascolta abbondantemente tramite i media ma non li crede neanche un po’. Una dimostrazione è fornita dai dati che in questi giorni fioccano nei sondaggi delle prossime elezioni politiche. Vincerà l’astensionismo. Chiaro indice di disaffezione e scarsa fiducia nei riguardi dei miliardi di promesse- giusto solo tali- fatte dai politici.

Occhi Aperti nel Fare la Spesa

Dall’analisi fatta da Coldiretti si apprende che sarà bene non distrarsi nel fare la spesa perché sul piano alimentare gira un fake su quattro. Vale a dire prodotti alimentari che non riportano in modo obbligatorio l’origine in etichetta. Salumi, marmellate, ragù, sottolinea, succo di frutta, pane fino al latte in polvere per bambini. A questo proposito ha preso inizio una raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo la possibilità di conoscere da dove arrivano i prodotti alimentari. Da fonte Adnkronos si viene a sapere che due prosciutti su tre
oggi in Italia provengono da maiali allevati all’estero senza che venga indicato con chiarezza in etichetta perché non è ancora obbligatorio indicare l’origine. Stessa sorte per i circa 200 milioni di chili di succo di arancia che finisce nelle bevande all’oscuro dei consumatori perché in etichetta si rende noto solo il luogo di confezionamento. Stessa musica per i salumi, la frutta dalle confetture alle conserve, l’insalata in busta, il pane o i funghi conservati che spesso arrivano dalla Cina. Il problema esiste. Il dubbio degli utilizzatori sulla provenienza degli alimenti non è un problema da poco e 9 italiani su 10 vogliono sapere l’origine del cibo consumato. È partita una raccolta di firme indirizzata al presidente del Parlamento europeo da parte di Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in ogni farmers’ market d’Italia e on line sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it, oltre ad altre iniziative per sensibilizzare gli attori del settore. Si chiede la possibilità di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, oltre ad altri Paesi europei, ha già adottato decreti nazionali per disciplinare prodotti di largo consumo come latte e derivati, grano per la pasta e riso. Spesso a dettare la sicurezza di ciò che finisce sulle tavole è il prezzo ma dovrebbe essere un diritto per tutti conoscere la terra di provenienza del prodotto alimentare ed il luogo del suo confezionamento.

Speriamo sia uno Scherzo

Sembrerebbe una barzelletta, ma non lo è. Chi dovrà pagare le bollette dell’energia elettrica dei morosi? Chi è in regola. Questo è un Paese che di normale ha ben poco. La stima del totale delle bollette elettriche non pagate dai morosi corrisponde ad un miliardo di euro. Bollette che saranno pagate da chi i costi della luce li paga. “Il Messaggero” fa sapere che l’hanno stabilito ricorsi e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, come spiega il Sole 24Ore, e l’Autorità dell’energia ha reso formale:”Sarà distribuita fra tutti i consumatori una prima fetta di “oneri generali” elettrici pari a circa 200milioni arretrati”. In breve, sulle bollette della corrente si aggiungerà una nuova voce, anzi una nuova batosta. Saranno i consumatori a rimborsare alla società elettriche distribuenti la luce una parte del buco creato negli oneri parafiscali delle aziende in crisi da chi la bolletta della luce non la paga.” Una misura piuttosto odiosa per i cittadini che pagano puntualmente le bollette- afferma Giovanni Paglia di Liberi e Uguali- trovandosi a sobbarcarsi i buchi delle aziende, come già accaduto con le banche”. Mi voglio augurare che sia una fake news. Altrimenti…….non ci siamo proprio!

Nuove Ricerche su Autismo e Depressioni

Fantascienza? Un po’. Ma uno studio della New York University School of Medicine pubblicato sulla rivista Plos One, e ripreso dall’ANSA, rivela che con le nuove risonanze magnetiche si può “fotografare”. Gli studiosi hanno usato una tecnologia che ha misurato l’entropia nel cervello dei pazienti, cioè la capacità dei circuiti nervosi di interpretare il mondo circostante.Ciò è considerato un elemento fondamentale dell’intelligenza, a causa del grande volume di informazioni sensoriali che dall’ambiente arrivano al cervello. La ricerca ha studiato le immagini in ogni regione in ogni regione del cervello di 892 persone. “Il nostro studio offre la prima prova concreta che le risonanze magnetiche funzionali dell’entropia cerebrale sono un nuovo mezzo per comprendere l’intelligenza dell’uomo”, afferma il primo ricercatore dello studio, Glenn Saxe, docente di psichiatria infantile e adolescenziale. Gli studi fanno prevedere che un giorno le scansioni dell’encefalo cerebrale potranno aiutare a studiare i problemi legati alla funzione cerebrale in persone sofferenti di depressione, disturbo da stress post- traumatico o autismo, vista la difficoltà nell’elaborazione delle informazioni.

Ma Cosa è Diventata la Scuola?

È notizia di oggi che un alunno di una prima media a Piacenza ha preso una insegnante a pugni mandandola all’ospedale con una prognosi di sette giorni. L’episodio è solo l’ultimo di una catena di violenze che ha visto, a Caserta, una insegnante sfregiata con un coltello e a Foggia un vice preside è stato preso a pugni dal padre di un alunno solo per un rimprovero. I genitori prendono le difese dei figli e lo fanno con violenze con spedizioni punitive di una certa gravità. Episodi che avvengono di fronte a tutti i ragazzi. Esempi che restano nella memoria delle giovani generazioni. Non c’è più rispetto né autorevolezza. Sono saltati tutti una serie di valori. La scuola non è più maestra di vita. La scuola diventa teatro di scontro. Bulli contro alunni più fragili, contro gli insegnanti, i genitori contro gli insegnanti, contro i presidi. C’è chi chiede di spegnere i riflettori su questi episodi. Io credo di no. Credo che la scuola debba recuperare il suo ruolo, colpire i responsabili, ripristinare delle regole. La scuola non é una prigione, è un’istituzione fondamentale che merita il massimo rispetto. Che se viene meno può creare infiniti problemi sociali e didattici. Ci sono ragazzi che hanno paura di andare a scuola per paura di essere”bullizzati”, cioè diventare vittime di gesti di violenza fisici e psicologici. Ritorniamo alla domanda iniziale: “ma cosa è diventata la scuola?”. La scuola presenta mille sfumature di violenza. A chi non sono venuti i brividi quando le telecamere hanno mostrato operatrici di scuole della prima infanzia approfittarsi di piccoli bambini con crudeli angherie?. La scuola ha perduto credibilità. La situazione ha raggiunto la punta dell’iceberg. Chi vuol frequentarla seriamente si trova in difficoltà, perché emarginato. Gli insegnanti si sentono depauperati delle loro fatiche. Di autorevolezza e rispetto non se ne parli. Mai come in questo anno scolastico. Mai come in questi giorni. Si rendono urgenti decisi provvedimenti.

Carenza dei Medici di Base

Nei prossimi 5 anni c’è rischio di mancanza di personale medico a causa dei pensionamenti che interesseranno 45.000 medi di base e specialisti del Servizio Sanitario Nazionale. L’appello è stato lanciato lanciato dalla Federazione medici di medicina generale e dal sindacato dei medici dirigenti ANAAO. Da fonte “Affari italiani” si viene a conoscenza che l’allarme maggiore sarà maggiore tra 10 anni: nel 2028 saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, in totale 80.676. Il climax delle uscite dei medici di famiglia sarà nel 2022, quando andranno in pensione 3.902 medici di base soprattutto in Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio. Le uscite per pensionamento non sarebbero niente se fossero ricompensate da nuove entrate ma sembra non ci siano decisioni positive a riguardo. “Per quanto riguarda i medici di base sono solo 1.100 all’anno le borse messe a disposizione per il corso di formazione in medicina generale, che andranno a coprire non più di 11.000 posizioni nell’arco di 10 anni. Per i medici delSNN, invece, è più difficile fare delle stime perché non è possibile rilevare anzitempo quando verranno banditi i concorsi nazionali”. Come sostituirli? La situazione sanitaria pubblica italiana è all’estremo. Il personale è numericamente insufficiente, i posti letto sono un gioco alla lotteria, la disponibilità per fare gli esami sempre più ridotta e lunga nella tempistica d’attesa. I pazienti sono costretti a rivolgersi sempre più al settore privato, di ciò non viene nascosto il malcontento che cresce in maniera esponenziale. Non si vedono luci alla fine del tunnel. Anzi!

Le Competenze del Futuro

Saranno due le figure più gettonate per affrontare le sfide future della digitalizzazione: i ‘Robotic engineer’ ( esperti della robotica applicata in campo industriale) e i ‘Guardiani della privacy online'(maestri di cybersicurezza). L’indagine ‘Jobs of the future’ è stata effettuata su un campione di 300 professionisti italiani per tracciare una panoramica di come si evolverà la tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Il domani prevede un forte impatto della robotica. Serviranno dunque figure capaci di amministrare grandi quantità di dati e figure di alta professionalità e competenza di settore. Se diversi lavori verranno svolti dai robot e dalle intelligenze artificiali si evince che la futura tecnologia offrirà nuove opportunità e nuovi posti di lavoro. Si prospetta inoltre che la maggior parte dei mestieri attuali non scompariranno ma si ‘plasmeranno’ con altri di similare competenza. Intanto i profili più ricercati entro il 2025 sono i ‘Big data expert’, ‘It security specialist, gli ‘App developer’. Il posto fisso sarà in declino, forte declino. La ricerca si indirizzerà a professionisti freelance, con competenze multiple. Una novità che sarà destinata a prendere le ali sarà la gig economy, vale a dire il lavoro ‘on demand’, solo quando c’è richiesta. Di tutto ciò mi auguro che il mondo del lavoro futuro fornisca i mezzi necessari per sopravvivere ad un maggior numero di persone. Che la tecnologia e la robotica portino velocità, facilità, sicurezza, passione per il proprio lavoro. Vorrei che il lavoro si robotizzasse ma solo per permettere al lavoratore di umanizzarsi di più. Oggi il mondo del lavoro è solo grande problema, con una giovane generazione che ha perso la corsa, ed una più anziana che deve mantenerla. Con tutte le preoccupazioni del caso. Siamo ottimisti.

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